Etichettato: rischio

Quali Linee Guida per la Profilassi dell’Ictus Cerebrale?

Pubblicato sul Journal of General Internal Medicine (link) un articolo sulle Linee Guida per la Profilassi dell’Ictus Cerebrale in corso di Fibrillazione Atriale. L’argomento è oggetto di pareri contrastanti tra loro. Da una parte l’American College of Chest Physicians (ACCP) sostiene che la terapia anticoagulante non è indicata per i pazienti con punteggio CHADS2 pari a 0, dall’altra la Società europea di cardiologia (ESC) sostiene che gli anticoagulanti sono da preferire per i pazienti con punteggio CHA2DS2–VASc pari a 1, includendo anche i soggetti di età compresa tra i 65 e i 74 anni con un punteggio CHADS2 pari a 0. La questione non è da poco, considerato che queste linee guida influiscono sulla terapia anticoagulante del 10% della popolazione che soffre di fibrillazione atriale (FA). Nello studio pubblicato sul Journal Internal Medicine si afferma che l’estensione della somministrazione del warfarin ai soggetti di età compresa tra i 65 e i 74 anni con punteggio CHADS2 pari a 0, porterebbe a un incremento della percentuale di emorragie senza una riduzione significativa delle percentuali di eventi di ictus. Tanto emergerebbe dall’esame del National Registry of Atrial Fibrillation (NRAF) contenente i dati di 23.657 pazienti. Da questi dati gli Autori hanno estrapolato quelli dei pazienti di età compresa fra 65 e 74 anni con una CHADS2 stroke score di 0 e nessuna controindicazione al warfarin. L’analisi multivariata ha evidenziato una differenza del rischio di stroke non significativa tra i pazienti trattati e quelli non trattati ma un richio di emorragia triplicato nei pazienti con warfarin rispetto a quelli senza (21.1 contro 7.4). La sede di emorragia più frequente è risultata essere quella gastrointestinale. In relazione a questo dato gli autori sostengono che in questa popolazioni di pazienti il rapporto rischio beneficio utilizzando il warfarin è sfavorevole.

Cannabis: pro e contro.

Su Addiction (link) un articolo dell’eloquente titolo “What 20 years of research on cannabis use has taught us”. Negli ultimi 20 anni il consumo di cannabis ricreativa è cresciuto enormemente, diventando comune quasi come l’uso del tabacco tra gli adolescenti e giovani adulti. La rivista definisce le ultime informazioni sugli effetti del consumo di cannabis sulla salute mentale e fisica. Le principali conclusioni sono le seguenti:
Gli effetti avversi da utilizzo acuto di cannabis
La cannabis non produce overdose fatali.
La guida in stato di ebbrezza cannabis raddoppia il rischio di un incidente d’auto; questo rischio aumenta notevolmente se gli utenti sono anche alcol-intossicato.
Il consumo di cannabis durante la gravidanza riduce leggermente il peso alla nascita del bambino.
Gli effetti avversi di un uso cronico di cannabis
I consumatori regolari di cannabis  possono sviluppare una sindrome da dipendenza, i cui rischi sono circa 1 su 10 di tutti gli utenti di cannabis e 1 in 6 tra coloro che partono in adolescenza.
I consumatori regolari di cannabis raddoppiano i loro rischi di presentazione di sintomi e disturbi psicotici, soprattutto se hanno una storia personale o familiare di disturbi psicotici, e se iniziano ad usare la cannabis nella loro adolescenza.
Gli adolescenti consumatori regolari di cannabis hanno risultati scolastici inferiori dei coetanei non consumatori, ma non è noto se il collegamento è causale.
Gli adolescenti consumatori regolari di cannabis sono più propensi a usare altre droghe illecite, ma non è noto se il collegamento è causale.
Il consumo regolare di cannabis che inizia nell’adolescenza e continua per tutta la giovane età adulta sembra produrre handicap mentale, ma il meccanismo e la reversibilità della condizione non sono chiari.
L’uso regolare di cannabis durante l’adolescenza raddoppia il rischio di diagnosi di schizofrenia o di segnalazione di sintomi psicotici in età adulta.
I fumatori regolari di cannabis hanno un rischio maggiore di sviluppare la bronchite cronica.
Negli adulti di mezza età fumatori di cannabis, probabilmente aumenta il rischio di infarto miocardico.

JAMA Neurology – Aprile 2014

Highlights

In The Issue of JAMA Neurology | April 2014 (link)
Carotid Artery Atherosclerosis and Risk of Stroke
Bos and coauthors investigate the relationship between intracranial carotid artery calcification as a marker of intracranial atherosclerosis and the risk of stroke in a white population.
Growth and Impact of Alzheimer Disease Centers
Hughes and colleagues quantitatively evaluate the performance of Alzheimer disease centers by analyzing copublication networks among the centers.
Blood Test for Variant Creutzfeldt-Jakob Disease
Jackson et al determine the diagnostic accuracy of a prototype blood test for variant Creutzfeldt-Jakob disease and its suitability for clinical use and screening prion-exposed populations.
Parkinson Disease Risk Loci and Parkinsonian Signs
Shulman and colleagues evaluate 18 candidate single-nucleotide polymorphisms to determine whether Parkinson disease susceptibility loci are associated with parkinsonism or substantia nigra pathology.
Natalizumab vs Fingolimod in MS
Cohen and coauthors collect data from patients with multiple sclerosis (MS) switching from natalizumab to fingolimod. They performed a survey-based, observational multicenter cohort study among MS tertiary referral centers. Main outcomes and measures were the occurrence of MS relapse during the washout period or during a 6-month follow-up period after the initiation of fingolimod.
Phosphorylated Tau as a Biomarker for ALS
Grossman et al conduct a case-control study using phosphorylated tau to identify a biomarker for amyotrophic lateral sclerosis (ALS).
TREM2 Expression in Amyotrophic Lateral Sclerosis
Cady and coauthors investigate whether p.R47H (rs75932628) in TREM2 is a risk factor for amyotrophic lateral sclerosis and assess whether TREM2 expression is dysregulated in disease.
Brief Potentially Ictal Rhythmic Discharges
Yoo and colleagues evaluate the incidence of brief ictal rhythmic discharges in critically ill patients and investigate their association with seizures and outcomes.
Circadian Melatonin Rhythm in Parkinson Disease
Videnovic et al examine the endogenous circadian rhythm of melatonin secretion in patients with Parkinson disease and healthy control individuals using a modified constant routine protocol to assess human endogenous rhythmicity.
Clinical Phenotype Associated With ELOVL4 Mutation
Cadieux-Dion and coauthors map and identify the causative gene in a large French-Canadian family with autosomal dominant spinocerebellar ataxia and erythrokeratodermia variabilis.
Total vs Phosphorylated Tau in Creutzfeldt-Jakob
Skillbäck and colleagues test the diagnostic performance of dementia cerebrospinal fluid biomarkers total tau (T-tau), phosphorylated tau (P-tau), and the T-tau to P-tau ratio for Creutzfeldt-Jakob disease.
PGD for Genetic Prion Disorder
Uflacker et al describe the use of preimplantation genetic diagnosis and in vitro fertilization for the prevention of genetic prion disease in the children of a 27-year-old asymptomatic woman with a family

TIA e rischio di Ictus

Publlicati sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry (link) i risultati dello studio PROMAPA, condotto in Spagna su 1255 pazienti consecutivi osservati dall’aprile 2008 al dicembre in 30 centri spagnoli.per l’ictus. Allo scopo sono stati valutati diversi parametri, clinici e strumentali e sono state studiate le eventuali correlazioni statistiche tra i vari fattori ed un successivo ictus. Il rischio a 7 e 90 giorni nei pazienti con più TIA era significativamente superiore al rischio dopo un singolo mentre non sono stati individuati fattori indipendenti predittivi di recidiva di ictus.

Jama Neurology – vol 70 nr.4

Sul numero di aprile di Jama Neurology: