Etichettato: caregiver

Qualità della vita dopo lo stroke

QOL L’ictus cerebrale è la principale causa di disabilità a lungo termine nei paesi occidentali con ripercussioni negative sula qualità della vita correlata alla salute (HRQoL). Sulla rivista Cerebrovascular Disease è stata pubblicato un lavoro (link) che ha preso in considerazione le principali scale di valutazione di HRQoL quali la Stroke Impact Scale, la Stroke Specific Quality of Life Scale, la Stroke and Aphasia HRQoL Scale e la Burden of Stroke Scale. La disabilità e la depressione post-ictus sono determinanti coerenti di HRQoL. Altri fattori in grado di compromettere la qualità della vita sono il sesso femminile, le strategie di coping e il sostegno sociale. Depressione post-ictus condiziona in maniera negativa la HRQoL,  il recupero funzionale, le funzioni cognitive e l’utilizzo dei servizi sanitari nell’ictus. I caregivers dei pazienti con ictus hanno una inferiore qualità della vita correlata alla salute, una maggiore prevalenza di stress e di depressione, un maggiore onere economico e cambiamenti nelle relazioni sociali. Il rischio di esiti avversi nei caregivers viene aumentato con l’avanzare dell’età, l’ansia nei pazienti e negli operatori sanitari, l’alta dipendenza e lo scarso supporto familiare.

Health-related quality of life (HRQoL) is a recognized and important outcome after stroke. An increased survival and the presence of moderate impairment in long-term stroke survivors impact their HRQoL. Physical and psychosocial well-being is greatly affected in stroke survivors and their caregivers.

World Alzheimer Report 2013

World Alzheimer ReportIl Rapporto Mondiale sull’Alzheimer 2013 “Journey of Caring: un’analisi dell’assistenza a lungo termine per la demenza”, (link) rivela che, con l’invecchiamento della popolazione mondiale, il tradizionale sistema di assistenza “informale” di famiglia, gli amici e la comunità richiederà un sostegno molto maggiore . Globalmente, il 13% delle persone con 60 o più anni di età richiedono cure a lungo termine. Tra il 2010 e il 2050, il numero totale di persone anziane con esigenze di assistenza triplicherà da 101 a 277 milioni di persone. L’assistenza a lungo termine è rivolta principalmente alla cura delle persone con demenza; circa la metà di tutte le persone anziane che hanno bisogno di cura personale sono colpiti da demenza e l’80% degli anziani nelle case di riposo vivono con la demenza. Il costo globale di cura della demenza è attualmente di più di 500 miliardi di euro o circa l’1% del PIL mondiale. Il rapporto è stato compilato per conto dell’Osservatorio globale per l’invecchiamento e la cura della demenza ospitato presso l’Health Service and Population Research Department del King’s College di Londra..
Nel rapporto di raccomanda: Continua a leggere

La demenza necessita di un trattamento integrato

Centonovantaquattro pazienti dementi ed i rispettivi familiari sono stati esaminati in uno studio finalizzato a valutare l’efficacia dei trattamenti non farmacologici e multicomponenti. La valutazione è stata condotta dopo un breve periodo di trattamento ospedaliero riabilitativo combinato e l’analsi dei dati ha dimostrato che dopo tre mesi dal trattamento la cognizione nei pazienti di sesso maschile e l’umore depressivo nei pazienti di sesso femminile sono migliorati. Inoltre, l’onere per gli operatori sanitari di sesso maschile si è ridotto. Gli autori concludono che il “trattamento riabilitativo combinato a breve termine dei pazienti e l’intervento psicosociale per i caregivers sono modestamente efficaci nei pazienti con demenza e nei loro caregivers, ma può essere soggetto a effetti specifici di genere”

(fonte Dementia and Geriatric Cognitive Disorder – link)

Combined short-term rehabilitative treatment of patients and psychosocial intervention for caregivers is modestly effective in patients with dementia and their caregivers, but may be subject to gender-specific effects.

Onora il padre e la madre

Un accorato appello alla solidarietà fra le generazioni con particolare riferimento all’abbandono degli anziani è stato pubblicato sul Daily Mail (link). A lanciarlo il Segretario di Stato alla Salute inglese Jeremy Hunt, ispirato dalla cultura Medio Orientale di cui è portatrice la moglie. “In quei paesi, in cui vivere da soli non è più possibile, l’assistenza residenziale è l’ultima opzione piuttosto che la prima. E il contratto sociale è più forte perché i bambini, vedendo come i loro nonni sono curati, sviluppano maggiori aspettative su come anche loro saranno trattati quando invecchieranno. Se vogliamo affrontare la sfida di una società che invecchia, dobbiamo imparare da questo. Si inizierà solo con cambiamenti nel modo in cui personalmente trattiamo i nostri genitori e nonni. Ogni persona sola ha qualcuno che può fare loro visita e offrire compagnia. La nostra vergogna nazionale sono il milione di persone dimenticate che vivono in mezzo a noi”. E aggiunge “secondo la Campagna per porre fine alla solitudine, ci sono 800.000 persone in Inghilterra che sono cronicamente sole. Circa cinque milioni di persone, il 10 per cento della popolazione, dicono che la televisione è la loro principale forma di socializzazione …”
Come dichiarato da Caroline Abrahams, direttrice della charity Age UK occorre un “cambiamento epocale” nell’atteggiamento verso gli anziani e l’invecchiamento. “Invecchiando, ci sono più probabilità di soffrire di malattie e disabilità che possono impedirci di uscire, riducendo le reti sociali delle persone, già limitate a causa di eventi che cambiano la vita, quali il pensionamento e il lutto. A Age UK siamo estremamente preoccupati che i tagli ai bilanci degli enti locali che stanno esacerbando il problema della solitudine, causando la chiusura di molti servizi di supporto per gli anziani, che possono essere un’ancora di salvezza per chi vive da solo. Questi tagli stanno spingendo verso il punto di rottura molte famiglie che stanno cercando di prendersi cura dei loro parenti più anziani, in assenza di un adeguato sostegno. L’assistenza è spesso un ruolo 24/7 che può avere un enorme impatto fisico ed emotivo sul caregiver”

Una guida (in iglese) sul Parkinson

La letteratura di divulgazione scientifica, eccellente nei paesi anglosassoni, si arricchisce di una nuova edizione di un classico: “Parkinson’s Disease: A Complete Guide for Patients and Families“. Giunto alla quarta edizione è scritto da William.J. Weiner, Lisa M. Shulman e Anthony E. Lang, tutti e tre esperti in materia di malattia di Parkinson. Il libro è ben scritto e di facile comprensione, affrontando tutte le principali domande che una persona con il Parkinson e la sua famiglia devono affrontare: che cosa è il Parkinson? a chi viene e perché? quali sono gli stadi del PD dall’inizio alla fine? come viene formulate la diagnosi; quali trattamenti sono disponibili? quali trattamenti sono più efficaci e perché? Il testo contiene anche informazioni sull’anatomia del cervello, sulla dieta, l’esercizio fisico e le terapie alternative che possono aiutare o ostacolare la persona con PD e molto altro ancora. Un interi capitolo è dedicato ai sintomi comportamentali e psichiatrici associati al Parkinson. Le carenze del libro riguardano l’area dei sintomi non motori e la scarsità di informazioni sui problemi pratici.

Il volume è acquistabile su Amazon (link) al prezzo di 18,95$

5 x 1000 – anno 2011

Pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate gli elenchi degli ammessi e degli esclusi al 5 per mille 2011 con l’indicazione delle scelte e degli importi (link). Sono sempre di più gli italiani che esprimono la loro scelta al momento della presentazione della documentazione fiscale. Circa 259 i milioni di euro che andranno alle associazioni di volontariato.
Scorrendo la graduatoria delle scelte la top ten è così composta:

      1. Associazione Italiana per la ricerca sul cancro (circa 55 milioni di euro)
      2. Emergency (11 milioni di euro)
      3. Medici senza frontiere (quasi milioni di euro)
      4. Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor (6 milioni e 800mila euro)
      5. Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro (6 milioni e 500mila euro)
      6. Comitato Italiano Unicef (5 milioni e 500mila euro)
      7. AIL (5,2 milioni di euro)
      8. Istituto europeo di oncologia (4 milioni e 700mila euro)
      9. Federazione Italiana Sclerosi Multipla (3 milioni e 800mila euro)
      10. ACLI (3,5 milioni di euro)

Ancora una volta la “parte del leone” la fa l’AIRC, anche grazie alla tripla iscrizione dell’AIRC nelle associazioni di volontariato, di ricerca scientifica e di ricerca sanitaria. Confermata la  “classifica” dei valori  degli italiani: prima la salute e le sue articolazioni: tumori, aiuti al terzo mondo, sclerosi multipla. Per quanto riguarda le altre destinazioni Roma raccoglie 387000 euro, 249000 Milano e 178mila euro Torino, per un totale di 590mila scelte ai Comuni. Sono 250mila le scelte per quanto riguarda lo sport, la metà dello scorso anno, con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Odysseus di messina che raccoglie 95mila euro.

Interessante la posizione della Fondazione Grigioni, devota alla ricerca sanitaria nel Parkinson che si colloca al 13imo posto con 25532 opzioni e una raccolta di 1.187.985 euro.

Soddisfacente anche Motoperpetuo, l’associazione salernitana di riferimento per le persone con Parkinson e Alzheimer che raccogli 7932 euro grazie alle 300 scelte operate indicando il codice fiscale 04330570658 nel riquadro associazioni di volontariato.

Age and Ageing – Maggio 2013

Nel numero di marzo della rivista (link)

    • The war against dementia: are we battle weary yet?: l’uso di metafore militari in medicina non sembra incontrare, come gig success in passato per l’oncologia, il favore del public.
    • Strategies to reduce the risk of iatrogenic illness in complex older adults: la complessità del paziente anziano richiede una maggiore attention nella prevenzione delle problematiche iatrogene.
    • Which part of the Quick mild cognitive impairment screen (Qmci) discriminates between normal cognition, mild cognitive impairment and dementia?:  gli item di memoir logic sembrano aver maggiore sensibilità nel discriminare le varie forme di deterioramento cognitivo.
    • Socio-demographic determinants of caregiving in older adults of low- and middle-income countries.: in uno studio su 31,289 persone è stato valutato che il caregiver di solito è donna, di età 60-69 anni, di istruzione superiore
    • The transition to living alone and psychological distress in later life.: il vivere da soli di per sè non è un fattore di rischio per stress psicologico. Particolare importanza assume il regime di vita precedente.